Tassi di Interesse Innalzati dalla Fed

La speculazione di mercato si è intensificata sul modo in cui la Banca Centrale affronterà la politica monetaria (leggi anche Cos’è La Politica Monetaria, Politica Espansiva e Restrittiva) al fine di normalizzarla. Le attuali aspettative riguardano tre aumenti dei tassi di interesse, sebbene i trader osservino la traiettoria della crescita economica e dell’inflazione.

Tassi di Interesse Innalzati dalla Fed

 

Tassi di Interesse Innalzati dalla Fed

Perché aumentare i tassi di interesse?

Innanzitutto, aumentare i tassi di interesse significa aumentare il costo del denaro “all’ingrosso”, cioè quanto costa alle banche private prendere in prestito liquidità alla Banca Centrale, livello da cui dipende poi tutta la struttura dei tassi, anche quelli applicati dalle singole banche ai consumatori. Solitamente, una Banca Centrale decide di attuare tale iniziativa quando è preoccupata da un rialzo eccessivo dell’inflazione.

L’inflazione (leggi anche Perché il Tasso di Interesse e l’Inflazione Sono Importanti Per l’Economia), infatti, svaluta la moneta del paese e quindi riduce il potere di acquisto dei cittadini che percepiscono un reddito in quella valuta. In ambito economico, viene considerato “accettabile” per la crescita un livello di inflazione vicino al 2%. Se l’inflazione ha un valore inferiore significa che le politiche monetarie non stanno lavorando bene. Ad esempio, gli stipendi potrebbero essere troppo bassi e, di conseguenza, potrebbero portare ad un calo dei consumi.

Al contrario, se l’inflazione è troppo alta (nell’ordine del 4-5%), potrebbe significare che l’economia del paese in questione sta crescendo troppo velocemente rispetto al suo potenziale, perché “gonfiata” da eccessivi prestiti delle banche ai privati.

Tassi di Interesse: Che ruolo ha una Banca Centrale?

Una Banca Centrale può decidere di intervenire in questo senso: aumentando i tassi di interesse, “costringe” le banche private a chiedere meno liquidità alla banca centrale e, di conseguenza, a prestare meno soldi a imprese e famiglie, già provate da un eccessivo ricorso all’indebitamento. Quando invece l’inflazione è a un livello molto basso o quando addirittura accade il fenomeno opposto ovvero quando i prezzi dei beni e servizi diminuiscono (deflazione), una Banca centrale può decidere di abbassare i tassi, rendendo più accessibili i prestiti all’economia.

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Regolamentando il costo del denaro, essa decide di conseguenza la quantità di prestiti elargiti dal sistema finanziario all’economia reale, così da evitare situazioni di frenata o di crescita eccessiva dell’economia.

Nel 2016, le prospettive di inflazione a 5 anni (ovvero il periodo che una Banca Centrale considera per garantire la stabilità dei prezzi), indicavano che l’inflazione negli Usa avrebbe potuto superare la soglia del 2%. Per questo motivo la Federal Reserve ha cercato di normalizzare la politica monetaria, cioè di riportare il costo del denaro tra il 2 e il 3% rispetto alla soglia dello 0,5%. Ma la Federal Reserve ha avuto difficoltà ad aumentare i tassi, perché in un’economia sempre più globalizzata e dominata dalla finanza come la nostra, le ricadute di una stretta monetaria (o di rialzo dei tassi) avrebbero un effetto domino anche su altri Paesi, soprattutto su quelli emergenti.

Questi paesi hanno infatti tassi di interesse mediamente più alti rispetto a quelli più sviluppati: per attrarre capitali stranieri hanno bisogno di pagare interessi più elevati ai creditori, agli investitori che acquistando titoli di Stato e obbligazioni private emesse dal governo e dalle aziende dei Paesi emergenti.

Tassi di Interesse: La Politica della Federal Reserve

La Federal Reserve ha aumentato i tassi di interesse di un quarto di punto percentuale e ha annunciato che la banca centrale è in procinto di innalzarli altre ben tre volte nel corso del corrente anno.

La Fed, al termine di un meeting durato due giorni, ha annunciato che l’economia sta continuando a rafforzarsi e che si aspetta che i tassi di interesse vangano aumentati altre tre volte quest’anno. I dirigenti hanno inoltre aumentato le loro aspettative di una crescita economica degli Stati Uniti per il 2018, dichiarando che “la prospettiva economica si è consolidata negli ultimi mesi“. Hanno inoltre aggiunto che i tassi di interesse potrebbero incrementare ulteriormente per il 2019.

Jerome H. Powell, il nuovo presidente della Fed, ha espresso ottimismo circa l’attuale quadro economico e ha aggiunto che i dirigenti stanno cercando di trovare un equilibro fra la ”velocità” con la quale aumentare i tassi di interesse, che non deve essere eccessiva né troppo lenta. “Stiamo cercando la giusta via di mezzo“, ha affermato durante una conferenza.

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Questa dichiarazione, pone in rilievo l’acquisita fiducia della Fed nei riguardi dell’economia, oltre a focalizzarsi sulla possibilità di inflazione. I dirigenti adesso si aspettano che il tasso di disoccupazione scenda al 3.8% quest’anno e al 3.6% per il 2019, livello basso in termini storici.

Gli analisti della Goldman Sachs hanno dichiarato in un comunicato che ritengono che “i dirigenti della Fed, nei prossimi giorni, considereranno incoraggianti sia la crescita che i dati riguardanti l’inflazione“.

I dirigenti della Fed, hanno annunciato che aumenteranno i tassi di interesse per ben tre volte nel 2018.

In una sua conferenza, Powell ha lasciato le porte aperte per ulteriori tre (approssimativi) innalzamenti dei tassi di interesse quest’anno, in base alle condizioni economiche. Alcuni analisti ritengono che uno stimolo economico a breve termine per il Congresso potrebbe eventualmente spingere la Fed ad effettuare il quarto aumento.

Tassi di Interesse: Segnali Positivi di Crescita

I dirigenti della Fed hanno segnalato che vedono l’economia rafforzarsi sotto ogni aspetto. Oltre ad alzare le loro previsioni sulla crescita, hanno dichiarato che ” l’attività economica si è sollevata in maniera moderata e che l’ambito relativo alle posizioni lavorative è stato molto forte negli ultimi mesi”, al punto che hanno descritto la crescita lavorativa e l’attività economica come ”solide”.

Powell ha enfatizzato la forza dell’economia in una delle sue ultime conferenze, in cui ha anche chiarito argomenti come tagli fiscali e pendenze tariffarie di Trump. Il nuovo presidente ha evidenziato forti guadagni lavorativi mensili, basso tasso di disoccupazione, migliorata partecipazione della forza lavoro e un boost fiscale conseguito dai tagli fiscali federali.

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